Perineo, la porta del nostro mondo

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Che cosa è il Perineo? Sui libri di anatomia e di ostetricia ci sono molte e diverse definizione mediche.

Se lo leghiamo alla nascita si sa che è un muscolo molto importante per la sua dinamica di accompagnamento, di dare direzione e spinta al neonato nel canale da parto e che a volte viene lacerato o tagliato nel momento dell’espulsione, della nascita.

E’ importante quindi riconoscerlo, sentirlo e apprendere  una buona ginnastica per allenarlo e prepararlo.

Bene.

Mi chiedo però: il Perineo davvero è “solo” questo?

Basta una definizione da dizionario medico-anatomico per comprendere la sua funzione e la sua influenza nel parto e nella vita di una donna?

Quando nasce un bambino e attraversa, viene accompagnato nel nuovo mondo anche dal perineo, lui cosa fa? Nasce? Rinasce? Rimane ferito? Integro?

Come vive il Perineo la nascita?

Quale influenza non fisica-anatomica ha sulla nascita? Su quella mamma, su quel bambino?

Sappiamo che il neonato alla nascita riceve le prime impressioni indelebili, gli imprinting e che essi possono condizionare il suo vissuto. Ci sono gli imprinting immunologici, batteriologici, sensoriali… Ma mi chiedo: esiste anche un “Imprinting Perineale?”

 

….

 

Perineo.

Sede delle emozioni antiche, di quelle emozioni viscerali, tribali, di danze intorno al fuoco, di mani che alzano un inno alle stelle accompagnate dal suono di un Fuoco che scalpita, che brucia e che crea.

Una spirale di Vita, un segno dell’Infinito.

 

Integrità della donna, di donna che è stata e che mai più sarà, di donna che accoglie, che lascia andare, donna che vuole urlare e che vuole zittire, donna ferita e ricucita, donna strappata e curata.

Donna in rinascita.

Donna che scappa e donna che rimane, concentrata e sicura sul suo destino.

Trasformazione profonda a contatto con le parti più nascoste.

Donna che cammina su un sentiero di sassi, sassi che parlano coi segni della natura.

Donna che sfida i suoi limiti, che li supera con paura ed energia, che si arrende e piange lacrime amare.

Donna che nuota in un mare di emozioni, che si addentra nelle profondità delle caverne mano nella mano con le sue sorelle accompagnata dalla vibrazione delle onde.

Donna che crede, che trova le sue ancore, le sue risorse.

Donna che non si arrende.

Donna che trova il suo spazio e depone il suo dolore.

Donna che custodisce un segreto, una nuova vita che sa di libertà.

 

Radici.

Radici che scavano nel profondo, che portano linfa, vita, morte e sacralità.

Radici delle antenate che portano generazioni di passi come in una danza sacra, un cerchio a piedi nudi in una stanza che profuma di speranza.

Radici forti e sicure che danno sicurezza e stabilità.

Radici fragili che chiedo nutrimento.

Radici strappate, sradicate, interrotte.

 

Profumo.

Profumo di Terra: terra bagnata, terra che brucia sotto il sole cocente, terra che sostiene e terra che vibra, freme, trema. Terra che puoi toccare e custodire in un vaso nel cassetto più segreto.

Profumo di Acqua: acqua di rugiada, di foglie bagnate, di erba appena tagliata. Acqua di mare limpido e sincero.

Profumo di Fuoco: fuoco che brucia e apre al nuovo. Profumo della candela che accompagna la camminata delle donne in una notte buia d’estate.

Profumo di Aria: aria leggera come una brezza, aria forte, decisa, fredda che dà direzione.

 

Suono.

Suono di piacere, di movimenti lenti e profondi.

Suono di silenzio, di rispetto e di attesa.

Suono di campane, di risa di bambini, di donne che cantano alla luna.

Suono del vento che spettina, che porta via lacrime di emozioni che sanno di sale.

Suono di Vita. Vita che nasce, Vita che se ne va.

 

Sapore

Sapore di un bacio appassionato, di un bacio della mamma, di un bacio che sa di latte, di un bacio che consola.

Sapore della torta della nonna, delle gite in campagna, del pane appena sfornato.

Sapore di nuovo, sapore di donna.

 

Cuore che pulsa, che batte al suono di un tamburo in una caverna rossa dove un tempo riposavano le acque.

Cuore che si emoziona, che piange, che trattiene, che si arrabbia, ringhia, morde, ride.

 

Battito di ali, leggere e fresche che portano messaggi dai tempi lontani, templi di sapere, di dee e di misteri.

 

 

Quando nasce un bambino, ma prima, molto prima, quando si accoglie un bambino il perineo si prende cura, sostiene e forse inizia ad infondere un poco dei suoi vissuti, del suo sapere antico, dell’inconscio e della genuinità del corpo.

Forse non è solo un muscolo, ma un vero e proprio maestro di vita che sa, conosce e rispetta quella donna in quell’ esatto momento, minuto e secondo che sta attraversando. Ascoltarlo, mettersi in contatto e apprendere anche solo una riga del suo romanzo è un’occasione troppo grande.

Dentro ognuna di noi c’è l’atlante di mondi e di tempi.

Non lasciamolo in silenzio, diamogli voce, diamogli ascolto… e forse così ogni nuovo nato potrà attingere da questo sapere antico e sacro e attraversare la porta del mondo con un bagaglio carico di opportunità nuove.

 

Nel parto e nel post-parto il perineo ci guida, guida l’istinto del femminile, guida il nascituro nel “nuovo” mondo. Prendersene cura anche dopo la nascita è un atto di profondo significato perché ci troviamo di fronte ad un cambiamento, ad un segno indelebile di questo cambiamento.

E’ come la firma dell’autore della sua opera. Può essere un’opera sofferta, dolorosa e carica di rabbia oppure felice, sorridente e splendente di gioia. Qualunque sia questa opera non dobbiamo dimenticarci che è sempre possibile sanarla e soprattutto comprenderla.

Diamo spazio alla comprensione del perineo. Diamo anche solo un tocco, un sospiro, un pensiero, ma diamolo, rendiamolo possibile.

Il perineo non è solo un muscolo: lui è la porta del mondo di ognuno di noi.


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