Oggi, 5 Maggio 2019, giornata internazionale delle ostetriche, mi sono presa del tempo per sentire e comprendere meglio cosa è per me Essere Ostetrica. Uso il verbo Essere e non Fare.
Penso all’Archetipo della “Ragazza Vergine” Ha bisogno di protezione da aggressioni, inquinamenti e interferenze per potersi aprire alla vita, il parto.
Penso all’Archetipo della “Sorella di Sangue” che si attiva durante la vita ogni volta che una donna sente il bisogno di tornare a casa, di ritrovare il suo terreno femminile, di cercare e trovare conforto nello scambio con altre donne. Accompagna le crisi di passaggio.
Penso all’Archetipo dell’ “Amante” che dona la forza di credere nei progetti nuovi e attiva le energie per dare il massimo. Apre all’espansione, al concepimento.
Penso all’Archetipo della “Madre” , l’archetipo che tocca la radice dell’identità. Lasciare che la cose accadano, ad aspettare i tempi di maturazione, a lasciar accadere.
Penso all’Archetipo della “Levatrice”. La Levatrice è una donna che si prende delle responsabilità. E’ una creativa sociale. Si occupa di sé, partorendo parti nuove ed è innanzitutto Levatrice di sé stessa. Pratica la maieutica : aiuta gli altri a portare alla luce aspetti di sé , figli, progetti, idee. Facilitatrice.
Penso all’Archetipo della “Sacerdotessa” : il cambiamento che porta in profondità, fa perdere le certezze raggiunte, richiede di cambiare la pelle, di lasciare le vecchie abitudini, un processo a volte doloroso, ma scendendo in profondità e toccando la morte, appare la sacralità della vita. Ha la capacità di lasciarsi trasformare. E’ gravida di se stessa.
Penso all’Archetipo della “Megera” che produce i semi per la propria rinascita. Paradigma tra forza di controllo e forza di abbandono, forza e debolezza, bellezza e bruttezza.
Penso che Essere Ostetrica è difficile da spiegare, l’Essere Ostetrica va vissuto.

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